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Associazione Nazionale Alpini

Sezione di Genova

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Fiume d’Italia
Fiume croata
Fiume della Lega

L’Alpino, anno I, n. 1 – Udine, 24 agosto 1919

Fiume, la perla del Quarnero, è al bivio. La Conferenza la vuole Croata, la città vuol essere italiana.

Ora non potendo, con l’attuale nostra delegazione, più sussistere il progetto Tardieu, gli americani, i nostri più cari amici, vogliono oggi provarci la loro simpatia proponendo all’Italia una nuova soluzione, che darebbe alla nostra Patria il possesso di Fiume (città) e il molo centrale con due magazzini. Gli altri moli verrebbero dati alla Lega delle Nazioni. Inoltre la ferrovia Fiume-S. Pietro (data alla Lega delle Nazioni) sarebbe il confine fra l’Italia e la Jugoslavia.

Chi conosce la geografia, anche elementarmente, non ha mai visto che una ferrovia che si trova su di una linea di impluvio, sia stata mai confine. ma lasciamo da parte questa nozione geografica. Può essere che, essendo stati nostri ultimi alleati gli americani, ciò possa far cambiare in un certo qual modo la configurazione etnico-geografica dei paesi. Ma quelli che noi dobbiamo guardare è l’assurdo; il porto di Fiume dato alla cosidetta Lega delle Nazioni. Se fosse una vera lega di popoli, transeat, ma essa rappresenta due interessati principali ed uno secondario. Gli anglo-americani e la Francia. Per questo i nostri interessi in Adriatico saranno in un certo modo rovinati. 

Trieste senza Fiume per l’Italia è nulla. Fiume per la Jugoslavia è tutto.

Questo mi diceva un carissimo amico, quando si parlava della cessione alla Jugoslavia della città italianissima del Quarnero. Ora per noi è lo stesso: alla Jugoslavia è subentrata la Lega delle Nazioni. Fiume è per quest’ultima un punto franco per la sua infiltrazione economica nei paesi balcanici. Ora voi sapete tutti che la nostra Italia ha una posizione geografica eminentemente mediterranea e quindi avrebbe diritto, dopo gli enormi sacrifici fatti, di avere una certa ricompensa.

Inoltre Trieste, la città del martirologio di G. Oberdan, ha un hinterland subordinato a quello di Fiume, perché tutte e due hanno linee di raccordo col centro dell’Austria. Ora, avendo una delle due linee, delle nazioni che possono fare concorrenza di tariffe (come p. es. quella di Fiume S. Pietro) alle italiane, uno dei due porti verrebbe a soffrirne e ad essere diminuito di importanza commerciale. 

Ecco l’assurdo!

Speriamo che i nostri delegati sappiano farsi valere.

È per Trieste, è per la nostra Patria che si deve impedire, per quanto possibile, cià.

Inoltre vi sono delle condizioni etniche che ci obbligano a difendere Fiume. È l’italianità del nostro Quarnero.

 

Psithos