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Associazione Nazionale Alpini

Sezione di Genova

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Ricordando i cento anni della Sezione di Genova

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Sezione di Genova

Sintesi di cento anni della Sezione di Genova

Nasce il 23 novembre 1920. Tra i fondatori c’è Ferdinando de Magistris, già tra i fondatori dell’ANA. C’è anche Ettore Erizzo, poi Presidente Nazionale dal 1956 al 1965.

Non faccio qui la nostra storia: sarebbe lunga e l’abbiamo di recente raccontata sul nostro giornale l’Alpino. Ricordo solo in sintesi, come vengono, alcuni momenti.

Cinque adunate nazionali a Genova, la prima nel 1931, l’ultima nel 2001. I primi interventi spontanei alpini di una non ancora nata protezione civile nel 1970 per l’alluvione di Genova. E poi la nostra sezione nel primo intervento nazionale dell’ANA del 1976 per il terremoto del Friuli: noi attivi nel cantiere n.8 di Osoppo (il nostro Presidente Ing.Renzo Less si guadagnerà la cittadinanza onoraria). Un piccolo ma bellissimo rifugio, il Regina Elena, costruito, distrutto dalla valanga, ricostruito più bello sempre dai nostri alpini nel parco dell’Argentera sulle Alpi Marittime. Quattro cori nella sezione (Soreghina, Voci d’Alpe, Rocce Nere, Monte Zerbion).  Una neonata fanfara sezionale, ferma in attesa che passi la pandemia. L’idea e la paternità iniziale del centro studi ANA, nato dalla volontà di un nostro socio, Alfredo Costa, allora vice Presidente Nazionale. La fondazione, tutta genovese, del primo nucleo del servizio d’ordine nazionale, in occasione dell’adunata di Trieste 1965. Un piccolo ma significativo Museo degli alpini, nel comune di Savignone. Una colonna sezionale con 100 volontari, come i nostri anni. Circa 15000 ore di attività in quest’anno covid. E tante altre cose che smetto ora di elencare.

La celebrazione dei 100 anni

Ci abbiamo provato più volte combattendo e sperando con i colori della bandiera gialla arancione e rossa. Poi stavamo per rinunciare, ma alla fine abbiamo voluto farlo a tutti i costi. Per rispetto alla nostra Sezione e ai nostri alpini, ma anche per provare a dare un simbolo della voglia di ripartire. Le istituzioni, con cui ci siamo confrontati per il rispetto delle normative per il covid, ci hanno subito dato fiducia. La frase fissa era: “siete alpini, di voi ci possiamo fidare”. Bello sentircelo dire, ma quanta responsabilità!

Cominciamo sabato mattina in sezione. C’è un po’ di sole che ci fa sperare. Arrivano il Presidente Favero e numerosi Consiglieri Nazionali. Poi l’emozione dell’entrata del Labaro nello schieramento. Scopriamo la nostra targa del centenario. Madrina Franca Tripodi, la moglie del nostro vice presidente Saverio, andato avanti per covid recentemente. Nel pomeriggio siamo a Lavagna. Scopriamo e inauguriamo il nuovo monumento all’Alpino. Il capogruppo e consigliere sezionale Piero Bonicelli è onnipresente e iperattivo. Il monumento, opera di  Dallorso noto scultore locale, ha un bel cippo di ardesia, pietra chiamata anche lavagna, come questa cittadina.

Ma il momento culmine è a Chiavari, domenica mattina in piazza Roma. Piove. Siamo un po’ depressi. Come andrà? Poi pian piano la piazza si riempie, sempre con ampi distanziamenti previsti e rispettati. La piazza è lunga e si chiude con un imponente monumento ai caduti. Arrivano 27 Vessilli Sezionali, non solo dal nostro raggruppamento. Arriva Lodovico Portesine, 103 anni, reduce di Grecia e di Russia. Prigioniero in Russia. Decorato di Medaglia di Bronzo al valor militare. Arriva Maria Pia D’Eramo, figlia della MOVM Italo D’Eramo, caduto a Waluiki nel gennaio 1943. Abbiamo,dopo lunga trafila, complicata dalle chiusure covid, recuperato il suo piastrino ritrovato per caso a Rossosch.

Non sapevamo che esistesse un parente. Ma la ricerca è alla fine stata breve e fortunata. E ora è qui, molto emozionata, come tutti noi.

Continua a piovere a tratti. Ma non ce ne accorgiamo più, tanta è la gioia di essere tanti alpini insieme dopo tanto tempo. Anche il Presidente e i Consiglieri Nazionali presenti tradiscono l’emozione: quanto tempo che il Labaro non entra con le note del nostro inno tra 68 gagliardetti e 28 Vessilli sull’attenti! Tra i gruppi anche il gagliardetto di Rocca di Mezzo (Abruzzi), paese d’origine della famiglia d’Eramo, il gruppo è intitolato a Italo. Deponiamo la corona ai Caduti secondo il consueto cerimoniale. Poi qualche breve discorso, ma sopratutto Maria Pia D’Eramo sale sul palco. Il Presidente Sezionale invita Sebastiano Favero. Un piccolo contenitore verde si apre e appare un piastrino perfettamente leggibile, dopo 78 anni. Maria Pia lo prende e lo tocca con mani tremanti. Non ha la forza di parlare. Poi, ai giornalisti presenti dira che è un pezzo di suo padre che è tornato.

Si chiude la cerimonia. Non possiamo andare a mangiare tutti insieme questa volta. Un po di malinconia viene. Chiediamo quasi scusa ai nostri ospiti, ma lo sappiamo tutti, adesso è così. Tutti però sono entusiasti. E’ stato veramente un reinizio, e tutti ne sono stati caricati. Chissà se al col di Nava si potrà fare qualcosa di simile. Dipende dal Sindaco. Dipende dalle istituzioni locali. Certo non può essere ancora come prima. Ma speriamo…..”Siete Alpini…di voi ci possiamo fidare”.

Stefano Pansini

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