Logo_Ana_web-3 (2)

Associazione Nazionale Alpini

Sezione di Genova

Logo ANA Genova piccolo

Giuseppe Salvarezza MOVM

Nacque a Sarissola di Busalla il 1 giugno 1924, all’interno di una modesta famiglia di contadini. Alla fine del mese di agosto del 1943 fu arruolato nel Regio Esercito, ed entrò in servizio nel 1º Reggimento del Corpo degli alpini. Al momento della firma dell’armistizio dell’8 settembre si trovava in forza al Battaglione alpino “Pieve di Teco” di stanza a Cairo Montenotte (Savona), operante all’interno della 4ª Divisione alpina “Cuneense”.

Per non prestare servizio nell’esercito della neocostituita Repubblica di Salò, si aggregò ad gruppo di partigiani del chiavarese, raggiungendo Cichero, frazione di San Colombano Certenoli nell’entroterra di Chiavari, per entrare in una delle prime formazioni operanti nella zona. Ben presto si fece notare per il suo ardimento, l’abilità nello sfruttare il territorio e la capacità di instaurare buoni rapporti con la popolazione locale. Divenuto comandante del distaccamento nel luglio 1944, poi elevato al rango di battaglione nel novembre successivo, “Franchi” della Brigata “Oreste”, nel quale militavano anche diversi elementi di origine straniera. Rimase ucciso nel corso di un massiccio rastrellamento sul monte Bossola, nei pressi di Rovello (Mongiardino Ligure), mentre cercava di distogliere l’attenzione di un reparto tedesco dalle postazioni dove erano nascosti i suoi compagni. Per onorarlo gli fu conferita la Medaglia d’oro al valor militare alla memoria, e in seguito gli fu eretto un monumento commemorativo in piazza della Liberazione a Sarissola e gli venne intitolato il Circolo Ricreativo E.N.D.A.S. Bocciofila Sarissolese ”Pinan” .

«Giovane ventenne, comandante di una brigata partigiana, di eccezionale ardimento, di fronte ad un improvviso attacco da parte di preponderanti forze nazifasciste lanciava la sua formazione in un audace contrattacco che salvava le sorti della giornata trasformando la situazione, inizialmente sfavorevole alle nostre armi, in rotta disordinata del nemico. Ferito mortalmente alla fronte e al cuore incitava i suoi uomini a proseguire nell’impeto della lotta ed esalava lo spirito indomito per assurgere nel cielo degli Eroi, unanimemente pianto dalle popolazioni che videro il suo estremo sacrificio. Monte Bossola d’Alessandria, 15 dicembre 1944